Scuole e Corsi - Psicologia - Psicoterapia - Comunicazione, Marketing e Risorse Umane

La Disgrafia
di Marcella Nusiner


La disgrafia e' una difficolta' di apprendimento che riguarda l'atto di scrivere sia le lettere che i numeri, in assenza di deficit intellettivi o neurologici.
Riguarda esclusivamente il grafismo e non l'ortografia.
Il ragazzo disgrafico, spesso molto intelligente, ha una scrittura difficilmente leggibile, ritoccata o lenta (un problema terminare i compiti, seguire un dettato, ecc...), tesa e costretta, spesso maldestra, comunque atipica e poco funzionale.
La difficolta' di strutturare un buon gesto grafico puo' nascere dal fatto di aver imparato a scrivere troppo presto, in un momento in cui le abilita' specifiche per l'apprendimento della scrittura non erano giunte a sufficiente maturazione, oppure dal fatto che l'insegnamento e' stato troppo affrettato per il tempo e il ritmo dei soggetti in questione, e quindi non e' stato possibile acquisire i movimenti corretti per riprodurre il modello scolastico corsivo.
Possono esserci difficolta' motorie in generale e in particolare legate alla motricita' fine, difficolta' percettive, ecc...
A volte, il bambino o ragazzo non ha ancora completato il processo di lateralizzazione e quindi e' incerto sulla mano da utilizzare per scrivere e questo crea problemi per la strutturazione di un gesto grafico tonico, fluido, sostenuto.
Altre volte la disgrafia puo' essere segno di difficolta' affettive.
I bambini e ragazzi disgrafici possono avere ottime capacita' di lettura, cioe' non sono necessariamente anche dislessici, come spesso si e' portati a credere, anche se i due DSA (Disturbi Specifici dell'Apprendimento) possono coesistere, creando una sorta di reazione a catena.
La "brutta scrittura" non e' comunque imputabile a cattiva volonta' o svogliatezza del ragazzo, ma e' da rimandare ad un trattamento specifico e mirato.
AED (Associazione Europea Disgrafie) si occupa di educazione e rieducazione del gesto grafico e segue le teorie del noto psichiatra J. de Ajuriaguerra e di R. Olivaux, medico, psicologo e professore emerito alla Sorbonne.
Secondo Ajuriaguerra 5 sono i gruppi di soggetti disgrafici, rilevabili dalla somministrazione delle scale da lui appositamente elaborate:
  • il gruppo dei rigidi riconoscibile dalla tensione e angolosita' del tracciato;
  • il gruppo dei molli con rilassamento diffuso e negligente;
  • il gruppo degli impulsivi con tracciato precipitato che manca di fermezza e organizzazione;
  • il gruppo dei maldestri con forme distrofiche, ritocchi, ammaccature, cattiva qualita' del tratto;
  • il gruppo dei lenti e precisi che solo apparentemente danno una buona presentazione della pagina scritta.
Nelle sedute di trattamento (una volta alla settimana, per almeno un anno scolastico) vengono proposte tecniche pittografiche, tecniche scrittografiche, esercizi su forme prescritturali semplici e neutre, esercizi di motricita' fine, giochi corporei, esercizi di rilassamento.
Per conquistare una buona grafia, inoltre, e' importante adottare una "giusta" impugnatura dello strumento grafico e una postura corretta e stabile come viene via via suggerito durante gli incontri.
La difficolta' di "scrivere bene" rappresenta uno dei piu' rilevanti problemi in ambito scolastico e psicopedagogico.
L'alunno disgrafico inevitabilmente, porta con se' sentimenti di insuccesso e fallimento spesso consumati in silenzio e solitudine che si ripercuotono sul comportamento generale.