La disgrafia e' una difficolta' di apprendimento che riguarda l'atto di scrivere sia le lettere che i numeri, in assenza di deficit intellettivi o neurologici. Riguarda esclusivamente il grafismo e non l'ortografia. Il ragazzo disgrafico, spesso molto intelligente, ha una scrittura difficilmente leggibile, ritoccata o lenta (un problema terminare i compiti, seguire un dettato, ecc...), tesa e costretta, spesso maldestra, comunque atipica e poco funzionale. La difficolta' di strutturare un buon gesto grafico puo' nascere dal fatto di aver imparato a scrivere troppo presto, in un momento in cui le abilita' specifiche per l'apprendimento della scrittura non erano giunte a sufficiente maturazione, oppure dal fatto che l'insegnamento e' stato troppo affrettato per il tempo e il ritmo dei soggetti in questione, e quindi non e' stato possibile acquisire i movimenti corretti per riprodurre il modello scolastico corsivo. Possono esserci difficolta' motorie in generale e in particolare legate alla motricita' fine, difficolta' percettive, ecc... A volte, il bambino o ragazzo non ha ancora completato il processo di lateralizzazione e quindi e' incerto sulla mano da utilizzare per scrivere e questo crea problemi per la strutturazione di un gesto grafico tonico, fluido, sostenuto. Altre volte la disgrafia puo' essere segno di difficolta' affettive. I bambini e ragazzi disgrafici possono avere ottime capacita' di lettura, cioe' non sono necessariamente anche dislessici, come spesso si e' portati a credere, anche se i due DSA (Disturbi Specifici dell'Apprendimento) possono coesistere, creando una sorta di reazione a catena. La "brutta scrittura" non e' comunque imputabile a cattiva volonta' o svogliatezza del ragazzo, ma e' da rimandare ad un trattamento specifico e mirato. AED (Associazione Europea Disgrafie) si occupa di educazione e rieducazione del gesto grafico e segue le teorie del noto psichiatra J. de Ajuriaguerra e di R. Olivaux, medico, psicologo e professore emerito alla Sorbonne. Secondo Ajuriaguerra 5 sono i gruppi di soggetti disgrafici, rilevabili dalla somministrazione delle scale da lui appositamente elaborate:
Per conquistare una buona grafia, inoltre, e' importante adottare una "giusta" impugnatura dello strumento grafico e una postura corretta e stabile come viene via via suggerito durante gli incontri. La difficolta' di "scrivere bene" rappresenta uno dei piu' rilevanti problemi in ambito scolastico e psicopedagogico. L'alunno disgrafico inevitabilmente, porta con se' sentimenti di insuccesso e fallimento spesso consumati in silenzio e solitudine che si ripercuotono sul comportamento generale. |