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GITIM:  Gruppo Italiano Tecniche Imagerie Mentale - Treviso

GITIM
Gruppo Italiano Tecniche Imagerie Mentale

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La Tecnica ITP - Tecnica Immaginativa di analisi e ristrutturazione del Profondo
di Ivana Zanetti


Dott.ssa Ivana Zanetti
Direttore della Scuola di Psicoterapia ITP del GITIM

La Tecnica ITP - Tecnica Immaginativa di analisi e ristrutturazione del Profondo

L'ITP si configura come un'esperienza, naturalmente come un'esperienza psichica; esperienza che si vive con tutta la partecipazione emozionale della persona (ed anche del terapeuta), in cui la dimensione intellettuale è secondaria (in cui l'analisi è secondaria). Si privilegia il vivere ("va e prova") rispetto al capire, o meglio al "render conscio", e rispetto alla tecnica psicoanalitica l'interpretazione al paziente è secondaria. Tale è la caratterizzazione dell'ITP, una tecnica immaginativa difficile da far intendere a parole, che può essere scambiata facilmente con la fantasticheria evasiva, quando invece ricava la sua efficacia terapeutica dai vissuti emotivi e sensoriali correlati alle immagini, dal forte valore trasformativo.
L'ITP è una Tecnica Immaginativa, che ha un fondamento psicodinamico e ha alla base una teoria delle relazioni interiorizzate. Tali relazioni interiorizzate si sono formate sin dalle relazioni più antiche, a livello anche neonatale, e talora, quando la relazione è stata frustrante, carente, negativa, non empatica, si concretizzano nel "fantasma" (come lo ha definito Rigo, il fondatore dell'ITP). Si tratta di una relazione vissuta nel corpo, che si manifesta variamente: nel comportamento ma anche nelle posture e negli atteggiamenti, oltre che nelle immagini e nei sogni.

Nella pratica immaginativa si procede proprio dalle immagini, anteriori al linguaggio, suggerite o prodotte dal Soggetto, che immagina e si sente profondamente coinvolto. Avviene dunque uno svolgimento di immagini, a partire da un'immagine spontanea o proposta, alla presenza di un terapeuta che interloquisce intervenendo nella vicenda immaginativa.
Il tutto avviene in uno stato di rilassamento psicofisico ottenuto con una tecnica particolare, che ha lo scopo di attenuare la vigilanza e di permettere così un contatto più diretto con il preconscio e l'inconscio. Si deve raggiungere una situazione intermedia tra la veglia, il luogo della coscienza, e il sonno, il luogo del sogno, "via regia all'inconscio" di freudiana memoria. Emergono livelli di coscienza non esplorati, accessibili più che al linguaggio all'immagine.
Le immagini sono in relazione ad uno stato affettivo (ansia, angoscia, paura, tristezza, ma anche gioia, sollievo, pienezza, eccetera). Se lo stato affettivo si modifica, si modifica anche l'immagine (l'ansia cioè produce delle immagini, la gioia altre). Ma è vero anche il contrario: le immagini si modificano, si possono indirizzare convenientemente, e così si modifica lo stato d'animo negativo. Le immagini si modificano in vario modo, per movimento spontaneo o per intervento del terapeuta. Già Robert Desoille aveva impostato la sua terapia sull'osservazione che con il movimento di salita e di discesa le immagini mutano, e così muta anche lo stato d'animo. Solo una immagine partecipata ha valenza trasformativa, e "partecipata" significa "partecipata sensorialmente".

L'ITP si fonda sulla comunicazione empatica e prevede l'intervento del terapeuta sul piano delle immagini, con cui il terapeuta entra in sintonia; per questo rientra nel campo delle "Tecniche Immaginative dialogate" diverse da quelle in cui il paziente svolge in solitudine le sue immagini che poi comunica al terapeuta. Per noi la tecnica dialogata è molto più efficace e veloce, perché permette una modifica delle immagini nel loro stesso divenire.
Per Rigo la prima fase della terapia, che interessa tutti in vario modo e grado, è quella della "ristrutturazione", a cui seguono altre fasi: la fase conflittuale e, successivamente, la crescita personale. Il tutto secondo Rigo è molto simile al processo di individuazione junghiano, che vede l'incontro con gli archetipi.

Mi soffermerò sulla "fase ristrutturante". che riguarda la riparazione delle esperienze traumatiche e dei microtraumi, che sono avvenuti nello corso dello sviluppo e che si sono cristallizzati nel corso dell'esistenza.
Gli aspetti carenziali emergono attraverso i vissuti psicocorporei e attraverso le caratteristiche dello scenario immaginario. Il Soggetto - ovvero la sua immagine nella scena immaginativa - può sentirsi al freddo, può non sentirsi sicuro, può sentirsi in pericolo, intrappolato, minacciato nella propria esistenza stessa. Tale immagine - detta anche "Io Corporeo Immaginario" per distinguerla dall'Io corporeo reale - è il personaggio nell'esperienza immaginativa con cui il Soggetto si identifica, che gli fa dire: io, io sento, agisco, provo. L'ambiente immaginato può essere intrappolante, negativo, ostile, nemico, o al contrario piacevole, sereno, gratificante, libero, eccetera. Attraverso la modifica degli scenari immaginativi, in cui il Soggetto si proietta, si modificano le relazioni interiorizzate. La persona ritrova energie, speranze; in sintesi, il Soggetto scopre nuove possibilità.
Quello che si rende possibile è una riparazione, o "ristrutturazione" nel linguaggio dell'ITP.
Questo avviene in vario modo attraverso le realizzazioni simboliche, le identificazioni e le regressioni di età. La riparazione avviene in modo simbolico, cosa che è possibile nella situazione di esperienza immaginativa (Imagerie Mentale). Le sensazioni piacevoli hanno lo scopo di dare coesione all'Immagine del Corpo, base del sé. La coesione del sé corporeo si ottiene attraverso le cenestesie, che corrispondono a un senso di benessere interno. La cenestesia, il benessere interno, si realizza attraverso esperienze di appoggio, calore, soddisfazione, di passività piacevole o di attività rinsaldante il corpo (o meglio l'Immagine del Corpo), attraverso cui vengono attuate gratificazioni di vario genere, a partire dalle gratificazioni di tipo orale. Anche i movimenti nello spazio immaginario contano. Nell'ITP il Soggetto deve sentirsi camminare, procedere, riposare, eccetera. Sono importanti le sensazioni tattili, uditive e gustative (il ritmo del mare, la brezza, il fruscio delle foglie, lo scorrere dell'acqua, eccetera), sempre a conclusione piacevole dal punto di vista cenestesico.
Ciò a cui si vuole arrivare attraverso questa esperienza è uno stato di distensione, che ripara esperienze precoci in cui non è prevalsa la distensione ma la tensione (il piacere contrapposto al dispiacere).
Per illustrare brevemente il procedimento ricordiamo che viene data un'immagine di partenza: viene chiesto di immaginare una situazione, un movimento, un ambiente (ad esempio una spiaggia, una casa, un albero). Il terapeuta, mantenendo un costante dialogo, chiede di descrivere l'immagine e l'ambiente (scenario). Il Soggetto viene invitato a "entrare" nello scenario, e se ciò non accade spontaneamente viene invitato a sentire con tutti i livelli sensoriali, e viene incoraggiato il movimento e lo spostamento. Il Soggetto viene invitato a esprimere i suoi vissuti emozionali. Il terapeuta invita il paziente a relazionarsi con oggetti, ambienti e personaggi (tutte rappresentazioni del mondo interno): entrare in una casa, salire una collina, interpellare animali o personaggi. L'importante è che il Soggetto viva e partecipi con tutta la sensorialità, senta con il suo corpo come nella vita reale. Si deve realizzare cioè quell'"immaginario concreto" in cui si vivono veramente sensazioni ed emozioni.

Ad una buona "fase ristrutturante" - in cui sono stati elaborati i fantasmi carenzianti e traumatici - segue la "fase conflittuale", in cui si tratta di affrontare personaggi che si manifestano come minacciosi e sovrastanti, che possono assumere forma umana o animale.
Quello che è importante in questa fase è l'atteggiamento attivo del Soggetto, che può assumere varie forme. A volte, per superare una situazione angosciante basta semplicemente affrontarla, a volte è necessario che il Soggetto agisca l'aggressività; bisogna fare i conti con l'aggressività se si vuole davvero compiere una ristrutturazione del profondo.
Il Soggetto deve accettare di sentirsi aggressivo, e non soccombere o fuggire.
Molti sono gli interventi previsti nell'ITP, con cui il terapeuta aiuta il paziente, alcuni dei quali sono comunemente usati anche in altre tecniche: dall'uso dello sguardo all'uso di interventi presi dal mondo della fiaba, o, possibilmente, presi dall'immaginario che il paziente ci avrà rivelato nell'anamnesi o in precedenti sedute (le sue "risorse").
Le Imagerie talora sono complesse drammatiche e movimentate, ma ci sono anche distinzioni e contrapposizioni, scenari benevoli con animali aggressivi o personaggi umani che fanno da guida in scenari impervi e difficili.

Ma l'ITP non si ferma qui, aiuta la persona a raggiungere il proprio sviluppo in un processo simile al processo di individuazione junghiano, a raggiungere il Sé, nella "fase archetipica", fino ad esperienze di tipo "spirituale": momenti di integrazione, partecipazione, armonia.

La Tecnica ITP è stata sperimentata in vari ambiti e in tutte le fasi del Ciclo di vita, dal bambino all'anziano, e si presta bene al Gruppo. È stata sperimentata in gruppi in cui gli esponenti presentavano problematiche affini, come ad esempio la difficoltà a gestire la separazione, o la elaborazione del lutto, in particolare del lutto di chi doveva sostenere il suicidio di un proprio caro.

Dalla Tecnica ITP basata sulla visualizzazione sono state ricavate le "Tecniche Derivate", ovvero l'applicazione dei principi metodologici dell'ITP alla Terapia di Gioco, con materiali vari di "gioco", con la plastilina per bambini e con il "Villaggio" (ad esempio il "Villaggio" di Arthus). Particolare dell'ITP è la Psicoterapia con il "Fumetto", una tecnica specifica per bambini e preadolescenti.
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