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L'esperienza emozionale correttiva nella psicoterapia strategica
di Federica Cicchelli


Dr.ssa Federica Cicchelli
Specializzanda presso l'ISP

L'esperienza emozionale correttiva nella psicoterapia strategica

L'innovazione dell'approccio Strategico è che agisce in una prima fase sul comportamento e lo fa con una tecnica innovativa che permette al paziente di vivere delle "esperienze emozionali correttive" in grado di rendere inefficaci i sintomi e permettendo, così, di sperimentare situazioni "solite" in maniera nuova. In un secondo momento opera sulla ridefinizione dell'esperienza, ossia la ristrutturazione cognitiva della realtà personale e sociale dell'individuo.
L'espressione "esperienza emozionale correttiva" è stata introdotta dallo psicanalista F. Alexander (1946) per indicare il principio terapeutico secondo cui il paziente, per essere aiutato, deve fare esperienze emotive concrete che gli permettano di "riparare" l'influenza traumatica di esperienze negative precedenti. Secondo Alexander, infatti, l'insight intellettuale da solo non basta per produrre un cambiamento significativo e duraturo; ciò può essere ottenuto solo tramite esperienze reali vissute nel presente nella relazione del paziente col terapeuta o anche nella vita quotidiana, in grado di annullare l'effetto di quelle passate.
Alexander, per spiegare cosa si intende, utilizza l'esempio del protagonista de "I Miserabili" di Victor Hugo:
"Uscito dal carcere in cui era stato detenuto 19 anni per aver rubato un tozzo di pane, Jean Valjean si trova a vagabondare per diversi giorni vedendosi chiudere in faccia ogni alloggio ed ogni opportunità a causa del suo passato di carcerato. Per la disperazione, Valjean finisce per esasperare il risentimento e l'odio nei confronti della società e di tutto il genere umano fino a spingerlo ad una fredda malvagità d'animo.
Fortunatamente, giunto nella città di Digne, si imbatte nel vescovo della città, Monsignor Myriel. In un primo momento Valjean diffida del prelato, che pure lo accoglie in casa e tenta di redimerlo dai suoi vecchi peccati, e fugge derubandolo delle posate d'argento. Viene catturato dalla polizia, che lo porta di nuovo di fronte al Vescovo, il quale lo sorprende con una inattesa gentilezza nei suoi confronti che nessuno aveva mai avuto, in particolare, lo difende dai gendarmi, sostenendo che quelle posate fossero in realtà un dono. Quel gesto caritatevole del vescovo, scuote e turba profondamente Valjean che, dopo aver derubato un bambino di una moneta d'argento, comprende ciò di cui si è reso colpevole e si converte alla decisione di cambiare vita e seguire l'esempio caritatevole del prelato.
"
Il concetto di "esperienza emozionale correttiva" è stato ripreso da Watzlawick fino a renderlo il motore principale del processo terapeutico breve strategico.
E l'attenzione è primaria proprio perché questo approccio si pone l'obiettivo di aiutare i pazienti a cambiare la propria prospettiva di osservazione della realtà, modificando il proprio comportamento e/o la propria interpretazione dello stesso e delle situazioni vissute, in modo da arrivare alla risoluzione del problema (Watzlawick e Nardone, 1997). La peculiarità consiste, quindi, nella possibilità di lavorare fin dalle prime battute sul presente per promuovere un cambiamento in tempi brevi.
E la brevità dell'intervento del terapeuta è dovuta allo spostamento del focus dalla ricerca delle "cause" del problema al suo funzionamento: nello specifico, vengono presi in esame gli schemi percettivi-reattivi del paziente e come egli interagisce nel contesto.
Il presupposto di partenza è che ognuno costruisce una propria realtà personale fatta di significati, credenze, convinzioni e supposizioni che sono costruzioni della mente.
Il terapeuta osserva la realtà mediante gli occhi del paziente e analizza la funzione dei sintomi, cioè i benefici secondari che essi creano nel sistema relazionale del soggetto. In quest'ottica, per Watzlawick la psicoterapia diventa un percorso che ha lo scopo di "ristrutturare" la sua visione del mondo attraverso le "esperienze emozionali correttive" che aprono nuovi orizzonti e mutano la realtà costruita dal paziente, offrendo un nuovo sistema che egli possa sentire adeguato.
Alla base c'è un concetto molto ben espresso da Watzlawick e Nardone: il cambiamento, per essere rapido ed efficace, deve prima di tutto produrre un'esperienza reale di trasformazione a livello percettivo-emotivo nella persona e solo successivamente essere oggetto di un ragionamento cognitivo. In altre parole, il cambiamento terapeutico deve passare prima dalla fase dell'esperienza e solo successivamente al livello della consapevolezza cognitiva.
Tornando all'esempio tratto da "I Miserabili", l'esposizione di Valjean al comportamento caritatevole del Vescovo rappresenta qualcosa di nuovo ed emotivamente significativo rispetto allo schema di comportamento fino ad allora appreso; pertanto, essa costituisce l'esperienza emozionale correttiva in grado di provocare in lui il cambiamento.
Durante il percorso di specializzazione in psicoterapia breve strategica, l'allievo impara a creare le condizioni necessarie affinché il paziente possa vivere una "esperienza emozionale correttiva" sia all'interno della seduta terapeutica (attraverso l'uso del dialogo strategico) sia fuori dal setting terapeutico, mediante l'utilizzo di prescrizioni comportamentali che deve introdurre nella propria quotidianità.
Sebbene semplice come concetto, lo sperimentare esperienze quotidiane rileggendole in un'ottica nuova modifica gli schemi di comportamento e, successivamente, anche quelli cognitivi ed emozionali che tengono in vita la sintomatologia, arrivando a rappresentare quasi un cambiamento avvenuto per magia.
Bibliografia
  • Alexander F., French T.M. et al., 1946. Psychoanalytic Therapy: Principles and Application, Ronald Press, New York.
  • Petruccelli F., Verrastro V. 2012. La relazione d'aiuto nella psicoterapia strategica, Franco Angeli, Milano.
  • Watzlawick P. 1985. The invented reality, New York, Norton. Trad. it. La realtà inventata, Feltrinelli, Milano, 1988.
  • Watzlawick P., Nardone G. 1997. Il linguaggio del cambiamento: elementi di comunicazione terapeutica, Feltrinelli, Milano.
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