Scuole e Corsi - Psicologia - Psicoterapia - Comunicazione, Marketing e Risorse Umane

L'approccio al test di Rorschach: perche' preferire il metodo di Carlo Rizzo
di Fernando Incurvati


Quando nel 1921 Hermann Rorschach pubblico' a Berna le dieci Tavole del suo test, forse nemmeno lui immaginava quale successo su scala mondiale - e' proprio il caso di dirlo! - esse avrebbero avuto.
Lo psichiatra svizzero, infatti, moriva l'anno successivo con lo sconforto di cio' che appariva niente piu' che uno scialbo insuccesso editoriale: solo poche copie del test erano state vendute a seguito della prima pubblicazione.
Tuttavia, come spesso capita nella storia del pensiero scientifico e, piu' in generale, del pensiero culturale una scoperta o un'invenzione risultano avere vita ben piu' lunga di colui che le ha realizzate.
E, in effetti, la scoperta del principio che da una serie di apparentemente banali macchie di inchiostro - banali solo apparentemente, pero'! - potessero scaturire tante e tali informazioni sulla psiche di un soggetto, e la conseguente messa a punto di una serie di specifiche Tavole, prive di contenuto loro proprio ma tutt'altro che casuali, sono risultate nel corso dei decenni sempre piu' fertili di implicazioni e sviluppi, nonche' di documentate conferme e di studiati approfondimenti.
Gia' negli anni successivi alla morte del "Maestro", infatti, i suoi migliori allievi (vedansi, tra gli altri: Morgenthaler; Binder, autore della prima sistematizzazione della siglatura dei "chiaroscuri", tratta da intuizioni dello stesso Rorschach; Zulliger che, successivamente, avrebbe dato alla luce lo Z-Test, un reattivo parente stretto del test di Rorschach, basato sui medesimi principi della percezione e della proiezione) proseguivano il solco euristico da lui cosi' ben tracciato in modo tale che, a meno di un decennio dall'uscita del test, questo veniva a riscuotere sempre piu' interesse e, conseguentemente, ad affermarsi con incisivita' nei maggiori Paesi europei, Italia compresa.
Il test che era nato nell'alveo di un cultura psicologica prettamente svizzera (svizzero era il creatore del test e svizzeri tutti i suoi piu' validi collaboratori e primi prosecutori della sua opera) ora coinvolgeva, con entusiasmo vieppiu' crescente, studiosi di tradizioni e contesti scientifici diversi.
Si e' citato il caso dell'Italia.
Nel nostro Paese il test arriva agli albori degli anni trenta e trova i suoi primi, piu' forti centri di attenzione a Roma e Padova.
Nella capitale colui che dara' un impulso determinante allo studio e all'applicazione del Rorschach, dalla meta' di quel decennio fin quasi alla propria morte avvenuta nel 1983, fu Carlo Rizzo, competentissimo medico e neurologo piemontese, nonche' docente presso la Clinica delle Malattie Nervose e Mentali dell'Universita' di Roma.
A Padova, citta' dalla consolidata importanza culturale e sede di una delle piu' antiche universita' del mondo, si viene invece a creare una sede di studi rorschachiani intorno alla figura di Ferdinando Barison, direttore dell'Ospedale Psichiatrico di Padova (a Barison e Rizzo, rispettivamente primo e secondo presidente della Societa' Italiana Rorschach, vanno affiancate, nella storia delle origini del movimento rorschachiano italiano, la figura e l'opera di Amedeo Dalla Volta, direttore dell'Istituto di Psicologia all'Universita' di Genova).
I contributi di Rizzo

Rizzo, intuendo da subito la potente portata investigativa dello strumento Rorschach, si dedica con fervore alla conoscenza e alla pratica clinica del test, elaborando nel 1935 il suo primo studio in materia, costituito da un articolo in cui commenta, con dovizia di particolari, gli eccellenti risultati del protocollo del Prof. Gozzano, suo Maestro di medicina cosi' come di vita e da lui venerato quale un padre (era stato Gozzano stesso, alla cui Scuola Rizzo lavorava, ad affidargli l'incarico di studiare approfonditamente questo nuovo strumento di indagine psicologica.).
Gli anni immediatamente successivi sono per Rizzo densi di ricerche e studi di particolare importanza tra cui ci piace segnalare quelli relativi all'eventuale influenza, sui processi interpretativi attivi nel test, di significative variabili culturali tra cui il livello di istruzione del soggetto.
Tuttavia l'anno che segna marcatamente l'articolato percorso professionale e scientifico di Carlo Rizzo e che, a tutti gli effetti, rappresenta un fondamentale punto di repere nella storia del test di Rorschach in Italia e altrove e' la fondazione, nel 1938, della "Scuola Romana Rorschach" nel cui ambito si sono formati alcuni dei maggiori psichiatri e psicologi degli ultimi settant'anni.
Ricordiamo, infatti, tra gli allievi che negli anni quaranta e cinquanta si sono riuniti intorno alla figura di Rizzo, in quello che era un vero e proprio cenacolo di alta scienza, i "giovani leoni" della psichiatria di quell'epoca e di quella successiva quali Frighi, Ferracuti, Ossicini, Reda e, una generazione dopo, coloro che sarebbero diventati alcune delle colonne della Facolta' di Psicologia dell'Universita' "La Sapienza" di Roma quali Di Iullo, Ponzo, Ruggieri, Zavattini.
Una menzione speciale va fatta per Parisi e Pes, allievi prediletti di Rizzo, che ebbero l'indiscusso merito di portare avanti, fino ai giorni d'oggi, l'opera del Maestro mantenendo elevata la tradizione scientifica della Scuola Romana Rorschach.
Di aver fatto parte di questa importante istituzione scientifica si fa vanto Fernando Incurvati, fondatore e direttore della "Scuola di Cultura Psicodiagnostica Silvia Montagna", nonche' direttore scientifico dei corsi di psicodiagnosi integrata che nella presente sede vengono proposti.
Egli che ha avuto l'onore di conoscere Carlo Rizzo, sia pure negli ultimi anni di vita del grande studioso, si e' formato professionalmente presso la Scuola Romana Rorschach, essendo stato prima allievo e poi, a lungo, stretto collaboratore di Salvatore Parisi (per piu' approfonditi ragguagli sul percorso professionale di Carlo Rizzo e sulla storia della sua Scuola vedere: F. Incurvati, A.P. Araneo, C. Arnese, M. Del Monte: Story of the Scuola Romana Rorschach: from the foundation by C. Rizzo to the last developments - comunicazione orale. XIV Congresso Internazionale Rorschach. Lisbona 1993).
Cosa caratterizza il sistema di siglatura del test di Rorschach messo a punto da Carlo Rizzo - sistema che la Scuola Silvia Montagna adotta con preciso rigore metodologico - e che lo rende particolare nel panorama del pur ampio ambito internazionale dei sistemi di siglatura del reattivo?
Innanzitutto, la fedelta' assoluta al metodo di siglatura di Hermann Rorschach, quello originario, quello al quale ogni corretto sistema di siglatura dovrebbe con puntualita' rifarsi.
Non concordiamo, infatti, con l'opinione di chi ritiene che, alla luce della grande dispersione di metodi ed ottiche di siglatura presenti attualmente nel mondo, si debba parlare dei Rorschach piuttosto che del Rorschach.
Il Rorschach e' uno, non ce ne possono essere tanti, pena l'estrema difficolta' di comprensione e comunicazione reciproca fra studiosi diversamente orientati.
E, anche se e' del tutto legittimo e utilissimo integrare l'impalcatura teorico-metodologica originaria del test elaborata da Hermann Rorschach, questo lavoro di integrazione deve assolutamente rispettare la coerenza col sistema dello psichiatra svizzero dal quale non e' assolutamente lecito prescindere.
Fedelta' e integrazione

Rizzo, in effetti, ha avuto un duplice indiscutibile merito: da un lato e' rimasto del tutto fedele alle indicazioni fornite dettagliatamente da Hermann Rorschach nel suo Psychodiagnostik (1921) - il testo piu' importante da lui scritto in relazione al reattivo - sia in relazione alla siglatura delle interpretazioni fornite al test che in riferimento alla lettura psicodiagnostica del caso; dall'altro ha saputo coniugare a tale fedelta' metodologica un accentuato spirito euristico che lo ha portato ad arricchire la siglatura originaria di Rorschach attraverso l'introduzione di sigle le quali, rispetto ad essa, si pongono in posizione di assoluta coerenza e omogeneita'.
Integrare non puo' significare stravolgere ne' tantomeno tradire cio' che si pretende di far evolvere.
Ripetiamo, onde evitare fraintendimenti: cio' che ci preoccupa e che non possiamo condividere non e' in se' e per se' la grande abbondanza di metodi di siglatura che, comunque, se ben governata, potrebbe dar luogo a sviluppi suggestivi e, perche' no, di stimolante crescita epistemologica.
No, il punto dolente della situazione e' che tale tendenziale anarchia metodologica rende sempre piu' problematica la comunicazione scientifica a livello nazionale ed internazionale.
Immaginiamo, a mo' di esempio, un aula di tribunale in cui i periti psicologi si confrontino su una perizia, civile o penale che sia.
Supponiamo, nello specifico, che le varie parti in causa adottino metodi di siglatura Rorschach alquanto diversi tra loro.
Ora, se i metodi sono tutti scientificamente seri e ben validati e, soprattutto, correttamente seguiti dai periti coinvolti nel procedimento, nulla quaestio! si dovrebbe arrivare alle medesime conclusioni diagnostiche.
O meglio: cio' e' quanto ci aspetteremmo si verifichi, ma non sempre e' cosi' perche', non del tutto occasionalmente, assistiamo da parte di alcuni alla produzione di interpretazioni di spunti di siglatura, interpretazioni che potremmo definire un po' opinabili e "personali".
E questo e' un problema.
Ma l'altro problema che discende direttamente dal big bang di sigle e siglette che i tanti sistemi esistenti hanno saputo mettere in campo e' che cosi' non si dialoga piu'!... - o, quantomeno, lo si fa con una certa difficolta' - salvo doversi rifarsi a una sorta di traduttore estemporaneo di sigle da un metodo ad un altro che, qualora pure esistesse, sfocerebbe in un'operazione alquanto "prosaica" e non sappiamo quanto utile.
Una soluzione potrebbe essere quella di conoscere e saper gestire a menadito tutti i principali metodi esistenti: cio' in verita' sarebbe pur possibile ma, quand'anche non considerassimo che di studiosi di tal genere non e' che in giro ce ne siano moltissimi, resterebbe il fatto che un'ipotesi siffatta comporterebbe per il malcapitato psicodiagnosta lo sforzo di dover imparare, assimilare, governare svariati piani di siglatura anche lontani strutturalmente fra loro.
Il sistema di siglatura di Carlo Rizzo

Ecco allora che sorge davanti a noi una diversa, piu' semplice soluzione: adottare e approfondire con competenza un metodo di siglatura che sia collaudato e comprovato e, nel contempo, mantenga il piu' possibile un legame teorico-metodologico molto forte con tutte le considerazioni sviluppate "all'alba del test" da Hermann Rorschach.
Il sistema di siglatura di Carlo Rizzo offre questa preziosa opportunita'.
Chi scrive (Incurvati) ha avuto modo durante la sua lunga carriera professionale di entrare in contatto ed acquisire le competenze relative ad alcuni dei maggiori sistemi di siglatura esistenti (Klopfer, Exner, Rapaport-Schafer, Passi Tognazzo, metodo della Scuola francese, metodo della Scuola svizzera di diretta filiazione rorschachiana, oltre che, ovviamente, il metodo di Carlo Rizzo che io utilizzo correntemente).
Conoscere piu' di un sistema di siglatura e' senz'altro un'opportunita' che merita di essere fruita ma che comporta impegno e applicazione di rilievo, encomiabili quanto si vuole ma assolutamente non necessari qualora si abbia a disposizione un metodo che sviluppi il meglio di cio' che, euristicamente parlando, c'e' in giro e che, ripetiamolo una volta di piu', si rifaccia fedelmente alla struttura teorico-metodologica creata da Hermann Rorschach.
Il metodo di Carlo Rizzo adempie a queste funzioni.
Altra importante caratteristica qualificante e specifica del sistema di Rizzo e' costituita dalla minuziosa e dettagliatissima attenzione dedicata a tutti gli elementi di siglatura cui puo' dar luogo qualsivoglia interpretazione.
Ogni engramma, infatti, sottoposto come vedremo ad una precisa e codificata Inchiesta origina una serie di sigle.
Esse, nel sistema di Rizzo, vengono riferite a cinque categorie le quali, nell'ordine, sono denominate: Localizzazioni che rendono ragione della porzione della macchia ove e' stato concepito il percetto (il dove della risposta); Determinanti, riferite ai motivi d'ordine strutturale-cromatico che hanno portato alla elaborazione dell'engramma (il perche'); Contenuti, concernenti la specifica categorizzazione tematica alla quale riportare l'intepretazione (il cosa); Frequenza / Qualita' Formale in base alle quali si stabilisce rispettivamente qual'e' la frequenza di comparsa di quella risposta in relazione alla popolazione di riferimento e in quale misura la stessa risposta possa essere considerata percettivamente nitida e condivisibile; Manifestazioni Particolari che evidenziano l'eventuale comparsa in quella interpretazione o, in generale, in quel particolare passaggio interpretativo di alcuni fenomeni diagnosticamente interessanti.
Tale e tanta e' la dovizia delle sigle che il sistema di Rizzo propone che detta ricchezza si traduce invariabilmente in una profondita' di analisi e di scandaglio psicologico dai grandi effetti diagnostici.
In altre parole, piu' minuzioso e' il sistema di siglatura maggiori e migliori saranno le informazioni che sulla persona sottoposta al reattivo potremo ricavare.
E da questo punto di vista non esiste al momento attuale un sistema di siglatura che offra un panorama strutturale piu' articolato e completo.
Oggettivita' del test di Rorschach

A questo punto ci si potrebbe rivolgere la domanda: qual e' il grado di fiducia da concedere alle sigle che lo psicodiagnosta di volta in volta utilizza per ogni specifico caso? O, detto in altri termini, come facciamo ad esser certi che le sigle utilizzate siano quelle giuste ed effettivamente pertinenti a quella determinata risposta e non siano state, viceversa, erroneamente adottate al posto di quelle corrette? Questi importanti quesiti si collegano strettamente al problema fondamentale del grado di autentica oggettivita' da riconoscere al test di Rorschach e ai suoi responsi.
I critici del reattivo, infatti, o, in altri casi, coloro che lo conoscono poco sostengono che il test non risulta essere oggettivo - cioe' piena e autentica espressione della reale condizione esistenziale e clinica del soggetto - nella misura in cui debba giustamente esserlo ogni reattivo seriamente concepito.
Il test di Rorschach ha tutte le carte in regola per essere oggettivo, a condizione indispensabile che sia organizzato e somministrato attraverso una rigorosissima e collaudata metodologia.
E non tutti i sistemi di utilizzazione del test sono cosi' metodologicamente rigorosi come il metodo di Carlo Rizzo.
Apriamo una parentesi tecnica che, a questo punto, ci appare necessaria.
Dopo la fase della cosiddetta Raccolta in cui il soggetto, sollecitato dall'organizzazione gestaltica della Tavola, esprime sue interpretazioni a carattere percettivo-proiettivo - Raccolta seguita dalla esecuzione delle Prove Supplementari che possono offrire ulteriori spunti di riflessione utili ai fini di una diagnosi psicologica, sia pure in termini di minore affidabilita' rispetto a quella che invece caratterizza le informazioni ricavabili dalla Raccolta e dalle fasi ad essa collegate - le medesime interpretazioni vengono sottoposte ad un'attenta indagine, costituita da una serie di ben precise domande, che ne permettono una siglatura certa, del tutto condivisibile, in ultima analisi oggettiva.
Tale importantissima, irrinunciabile fase, che consente allo psicodiagnosta di evitare il rischio di attribuire alla risposta una siglatura inappropriata, prende il nome di Inchiesta e rappresenta uno dei fiori all'occhiello dell'accuratezza metodologica di Carlo Rizzo.
Pochi studiosi come lui, infatti, hanno dedicato tanta importanza a mettere a punto un'Inchiesta cosi' ben strutturata che unisca i pregi di una siglatura assolutamente documentata all'esigenza, altrettanto fondamentale, di guardarsi dal rischio di suggerire o indurre qualsiasi espressione ideativa non prettamente del soggetto.
Rizzo, infatti, e' un convinto sostenitore - e noi della Scuola Silvia Montagna, che ne seguiamo fedelmente il metodo, aderiamo totalmente a tale posizione – del fatto che, senza un'Inchiesta approfondita, non e' possibile pervenire ad una siglatura degna di stima e, conseguentemente, ad alcun tipo di profilo di personalita' ben concepito ed accertato.
Noi dirigenti della Scuola Silvia Montagna che, alla luce di anni e anni di ricca esperienza psicodiagnostica sul campo, abbiamo potuto costantemente verificare la sensata correttezza di questa posizione metodologica, siamo persuasi di doverla condividere appieno e di basare la nostra azione didattica sulla necessaria sottolineatura di un'Inchiesta molto precisamente definita.
La chiave di lettura psicometrica

In maniera analoga crediamo fermamente nella spiccata chiave di lettura psicometrica data al test da Carlo Rizzo il quale, sempre rifacendosi all'impostazione originaria di Hermann Rorschach, si affidava ai sicuri punti di riferimento forniti da indici quantitativi e relativi valori.
Indiscutibilmente l'essere umano e' ben lungi dal poter essere ridotto ad un insieme di numeri: un'ipotesi di questo genere farebbe semplicemente rabbrividire e non rappresenterebbe certo il trionfo della scienza! Vero e', pero', che nel momento in cui abbiamo bisogno, diagnosticamente parlando, di certezze e non di opinioni o punti di vista, si rende necessario ricorrere ad un modello interpretativo a carattere quantitativo - quindi psicometrico - che sia capace di sostenere qualunque tipo di indagine di controllo.
Cio' non toglie che, una volta messa in piedi la struttura portante di natura psicometrica della prova Rorschach, questa possa essere arricchita da articolate considerazioni di tipo psicanalitico, cognitivista, sistemico-relazionale, psicofisiologico e altri ancora.
La chiave di lettura psicometrica, cioe', presenta l'indubbio vantaggio di poter fungere da "metamodello" per altre ottiche interpretative, l'opportunita' in altre parole di essere agevolmente coniugabile con differenti modi di considerare il mondo e la vita.
Ordunque, facciamo il punto della situazione.
Rizzo, rifacendosi strettamente a Rorschach, insegna come un'adeguata metodologia sia di necessita' alla base della buona conduzione del test.
La Raccolta' e le Prove Supplementari vanno eseguite con accuratezza, cosi' come con grande meticolosita' e seguendo regole ben precise va condotta l'Inchiesta, fase cruciale del test di Rorschach.
Tutti questi passaggi sono stati fedelmente recepiti dalla Scuola di Cultura Psicodiagnostica Silvia Montagna.
Se le fasi suddette sono state dallo psicodiagnosta eseguite comme il faut, la siglatura che ne consegue e' sicura ed oggettiva.
Il che permette di procedere con l'elaborazione degli indici dello Psicogramma (o Specchio dei Computi, come soleva chiamarlo Rizzo) a partire proprio dalle sigle, a questo punto non piu' oggetto di discussione.
Si vuol dire che, qualora si sia raggiunta la certezza, metodogicamente determinata, della giustezza delle varie sigle che lo psicologo possa aver introdotto nel protocollo in esame, queste medesime notazioni confluiscono in una ampia ed articolata serie di indici costitutivi dello Psicogramma.
L'attenta lettura dei valori di tali indici portera' infine all'agognato traguardo del nostro percorso psicodiagnostico: la redazione del profilo di personalita' del soggetto sotto indagine.
Va segnalato come tutti gli indici che Hermann Rorschach aveva ideato (si pensi, a mo' di autorevole esempio, agli importantissimi Erfassungtypus e Erlebnistypus, espressione il primo dell'organizzazione complessiva delle forme mentali della persona, il secondo della sua situazione affettiva attuale) sono entrati a far parte dello psicogramma realizzato da Rizzo il quale, tuttavia, ha saputo, nel corso degli anni, far tesoro anche dei piu' importanti contributi di altri significativi autori, accogliendoli nel corpus del suo schema interpretativo.
Tutto cio' a testimonianza di una rimarchevole capacita' di ascolto intellettuale e di una eccellente disposizione a tener conto di quanto positivamente prodotto a livello di consenso scientifico internazionale.
Del resto Rizzo, finche' e' stato in vita e anche ben oltre, ha sempre riscosso la stima e l'ammirazione dei suoi piu' qualificati colleghi italiani e stranieri.
E' comunque da annotare come il suo Specchio dei Computi presenti anche una serie di importanti indici ideati da Rizzo stesso, sempre pero' nel pieno rispetto della consolidata tradizione rorschachiana.
Noi, come Scuola Silvia Montagna, consapevoli della qualita' della strutturazione dello psicogramma rizziano, ne abbiamo pienamente adottato i contenuti in funzione di una lettura interpretativa efficace e approfondita e, conseguentemente, della redazione di un ottimale profilo di personalita'.
Peraltro, all'occorrenza, quando la nostra esperienza clinica ce l'ha suggerito, io e due miei validi colleghi (Luciani e Moscarella) abbiamo affiancato all'ampia congerie di quelli utilizzati da Rizzo alcuni nostri indici, frutto di nostre esperienze e considerazioni, i quali, tuttavia, vengono da noi momentaneamente proposti a puro titolo sperimentale in attesa di una loro necessaria conferma empirica.
Abbiamo visto, dunque, le peculiarita' che caratterizzano fortemente l'approccio Rizzo al test di Rorschach.
C'e' invero un'ulteriore ragione che segna in senso positivo tale metodo e che, in tal modo, lo pone su un piano di rilievo rispetto agli altri pur eccellenti sistemi attualmente usati.
In Italia il sistema metodologico di Carlo Rizzo e', insieme a quello della Scuola di Padova, il piu' antico (come gia' detto, risale agli anni trenta) e, conseguentemente, il piu' collaudato e in maggior misura sottoposto a conferme euristico-sperimentali.
Certamente anche altri metodi importanti (citiamo quello della Passi Tognazzo, di Kopfer e, last but not least, di Exner) hanno lasciato e continuano a lasciare significativa traccia nel solco della tradizione rorschachiana italiana.
Tuttavia, di detta tradizione non secondaria nell'ambito del panorama internazionale del reattivo e, in generale, degli studi sui test proiettivi il metodo di Carlo Rizzo ci sembra decisamente il cuore, avendo contribuito nel corso degli ultimi settantacinque anni a fare la storia del test di Rorschach nel nostro Paese.
Testimonianza convincente ne e' l'ampia diffusione che questo metodo ha avuto ed ha tuttora in Italia, riscuotendo a tutt'oggi un consenso che appare proprio destinato a non conoscere pause.
APPENDICE

Diffusione del Rorschach nel mondo
Il test di Rorschach, come detto, nasce in Svizzera che rimane a lungo un paese guida negli studi e nella pratica clinica del reattivo.
Oltre agli autori gia' citati (Morgenthaler, Binder e Zulliger) meritano una segnalazione Oberholzer, che di Hermann Rorschach fu grande amico, e Behn-Eschemburg il quale, sotto la supervisione dell'inventore del test, diede vita alla prima delle serie parallele al reattivo (il cosiddetto Be-Ro).
Studiosa elvetica molto importante e' stata altresi' Marguerite Loosli-Usteri, primo presidente della Societa' Internazionale Rorschach e autrice di un apprezzato manuale sul test.
In Italia i centri motori della diffusione del Rorschach sono stati, come gia' visto, Roma (Rizzo e la sua Scuola) e Padova (Barison e Dolores Passi Tognazzo, autrice di un manuale di notevole valore didattico, ai quali va aggiunta l'esimia ricercatrice e docente Adriana Lis).
Di rilievo risultano attualmente le figure scientifiche anche di Liana Valente Torre a Torino, Bruno Zanchi a Milano, Santo Di Nuovo a Palermo e Carlo Saraceni sempre a Roma (chiediamo venia a tutti coloro che, in questa certamente sommaria quanto breve rassegna di figure di spicco del mondo rorschachiano del nostro Paese cosi' come di altre nazioni, non sono stati citati, nonostante gli importanti contributi di ricerca essi abbiano dato. La presente sintetica appendice, infatti, non ha certo la pretesa di esaurire il ricco ed importante panorama degli studiosi che in anni e contesti diversi si sono resi protagonisti della crescita di quel vero patrimonio culturale costitituito dal test di Rorschach).
Particolarmente fertile di studi e approfondimenti e' sempre stata la Scuola francese le cui punte d'eccellenza risultano indiscutibilmente Nina Rausch de Traubenberg, Catherine Chabert e Anne Andronikoff, le grandi signore del Rorschach d'oltralpe.
La Scuola francese si e' costantemente caratterizzata per una lettura piu' spiccatamente psicanalitica, senza che peraltro siano state mai trascurate le coordinate d'ordine psicometrico.
Altri Paesi europei che hanno dato contributi importanti alla storia del movimento rorschachiano sono stati la Spagna (ricordiamo la rilevante figura di Vera Campo), la Germania, il Belgio, la Gran Bretagna, l'Olanda, il Portogallo, la Danimarca (in cui eminente appare l'opera di Ewald Bohm, autore di un ottimo manuale di studio, tuttora oggetto di consultazione).
Oltre oceano gli Stati Uniti appaiono a tutti gli effetti il bacino culturale piu' denso di contributi che, al di fuori dell'Europa, il test possa aver suscitato.
Una figura di sicuro primo piano in questo scenario e' certamente quella di John Exner che, nell'ottica di apportare ordine nell'ampia congerie di metodi relativi al test, ha messo a punto negli anni settanta un proprio sistema, da lui definito onnicomprensivo, che riunisce ed armonizza i punti essenziali e piu' qualificanti dei cinque metodi piu' diffusi negli States: Klopfer, Rapaport-Schafer, Piotrowski, Beck ed Hertz.
L'operazione realizzata da Exner ha avuto un consistente e condiviso riscontro non solo negli Stati Uniti ma anche in Europa.
Si sono citati Klopfer, Rapaport (e il suo eccellente collaboratore e collega Schafer) e Piotrowski.
Il primo di essi, che a suo tempo ha dato alla luce un manuale didatticamente significativo, ha sviluppato un metodo di siglatura ancora validamente utilizzato anche in Italia (ad esempio presso la Scuola di Carlo Saraceni dell'Universita' Cattolica di Roma).
Ottimi e tuttora in uso sono anche il manuale di David Rapaport ("Reattivi psicodiagnostici") e il monumentale "L'interpretazione psicanalitica del Rorschach" di Roy Schafer che analizza in chiave freudiana i meccanismi difensivi potenzialmente attivi nel processo interpretativo del test.
Piotrowski, invece, va ricordato perche' e' stato autore di un'altra autentica pietra miliare della letterattura rorschachiana internazionale, "Perceptanalysis", uno dei lavori che hanno fatto realmente la storia del reattivo.
Grande diffusione il Rorschach ha registrato poi anche nei Paesi dell'America Latina, in particolar modo in Brasile, Argentina e Colombia.
Spiccano in particolar modo la figura del grande studioso brasiliano Anibal Silveira e l'autorevole personalita' scientifica dell'argentina Alicia Passalacqua.
Analogamente importante tradizione scientifica il Rorschach ha sviluppato da lungo tempo in Giappone.
Nel Paese del Sol Levante la figura di riferimento e' sicuramente quella di Yasufumi Kataguchi il quale, nel 1970, pubblico' uno dei Paralleli al test piu' riusciti e di maggior valore scientifico (il Ka-Ro).
Attualmente in Italia il Parallelo che ha piu' riscontri e che viene di gran lunga piu' spesso utilizzato e' il Parisi-Pes alla cui realizzazione lo scrivente ha dato un contributo determinante, essendo stato per un decennio il coordinatore del relativo gruppo di ricerca (vedi riferimenti bibliografici).
Riferimenti bibliografici
  • S. Parisi, P. Pes, F. Incurvati, R. Apreda, G. Crosti, C. Fierro, G. Guadagnini, E. Tarsitani, A. Viscomi, F. Vivi: First results regarding popular responses of parallel inkblots Plates by Parisi and Pes to the Rorschach Test (poster). XIV Congresso Internazionale Rorschach. Lisbona 1993.
  • F. Incurvati, G. Crosti, G.C. Giovanelli, G. Guadagnini, B. Maietta, S. Vicino: Studio sulle risposte di buona forma statistica delle Tavole parallele Parisi-Pes al Test di Rorschach (comunicazione orale). XV Congresso Internazionale Rorschach. Boston 1996.
  • B. Maietta, G. Crosti, G.C. Giovanelli, G. Guadagnini, F. Incurvati, S. Vicino: Definizione delle localizzazioni delle Tavole Parallele Parisi-Pes e confronto con le localizzazioni Rorschach (comunicazione orale). XV Congresso Internazionale Rorschach. Boston 1996.
  • F. Incurvati, F. Berretta, S. Maio, E. Ramaglia: The influence of the interpreting subject's gender on the production of Original responses to Card III of the Parisi-Pes parallel series to the Rorschach (poster). XVI Congresso Internazionale Rorschach. Amsterdam 1999.
  • S. Maio, F. Berretta, F. Incurvati, E. Ramaglia: Parisi-Pes Siglapar: a computer programme for scoring responses to the Parisi-Pes parallel series to the Rorschach (poster). XVI Congresso Internazionale Rorschach. Amsterdam 1999.
  • F. Berretta, S. Maio, F. Incurvati: Risposte di buona forma statistica delle Tavole Parallele Parisi-Pes al Rorschach (comunicazione orale). XVII Congresso Internazionale Rorschach. Roma 2002.
  • S. Maio, F. Berretta, F. Incurvati: Presentazione delle Tavole di localizzazione della serie parallela Parisi-Pes al Rorschach (poster). XVII Congresso Internazionale Rorschach. Roma 2002.