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RET: Rational Emotive Therapy - Terapia Razionale-Emotiva
di Roberto Cicinelli


"Gli uomini non sono disturbati dalle cose, ma da cio' che pensano sulle cose."
Epitteto
La RET, Rational Emotive Therapy, considerata da molti come uno dei primi esempi di approccio cognitivo - comportamentale ai problemi psicologici presentati dagli essere umani, ha sviluppato le proprie teorie di base partendo dalle brillanti formulazioni enunciate agli inizi degli anni '60 da Albert Ellis, suo fondatore.
Divenuta successivamente REBT, Rational Emotive Behavior Therapy, (Ellis 1994), essa si colloca idealmente nell'ambito delle terapie cognitive con cui presenta molti punti in comune ma anche alcune differenze.
La REBT infatti, che potrebbe essere meglio concettualizzata come una psicoterapia multimodale intesa ad intervenire profondamente su tutte le principali aree del comportamento umano, benche' condivida i tre concetti fondamentali delle psicoterapie cognitive:
  • L'attivita' cognitiva influenza il comportamento ed i processi emotivi;
  • L'attivita' cognitiva puo' essere analizzata e modificata;
  • Il cambiamento del comportamento e dei processi emotivi puo' essere raggiunto o facilitato attraverso il cambiamento cognitivo;
non presenta gerarchie funzionali rispetto alle tre grandi aree di indagine e di intervento: i pensieri, le emozioni ed i comportamenti; le quali sono considerate separate e distinte soltanto a livello esemplificativo ma vengono ipotizzare indissolubili le une dalle altre.
Non si reputa concepibile una cognizione che non presenti contemporaneamente un aspetto emotivo e comportamentale, cosi' come non puo' essere data una emozione che non sottenda un tacito significato cognitivo e non presenti correlati comportamentali.
Una ulteriore e significativa differenza tra la REBT e gli altri approcci cognitivo-comportamentali risiede nella enfasi filosofica che si riflette in quelli che Ellis (1980) identifica come i principali obiettivi di una psicoterapia: la tolleranza verso se stessi e gli altri, l'auto interesse, l'interesse sociale, l'auto orientamento, la flessibilita', l'accettazione dell'incertezza, l'impegno verso gli interessi vitali, l'utilizzo del pensiero scientifico; proponendo una visione proattiva dell'uomo che pur condizionato da vari elementi fisiologici, culturali e ambientali, rimane agente propulsivo verso una ricerca attiva della propria autorealizzazione e della propria felicita'.
Integrando nel suo corpus teorico l'insieme delle discipline che si interessano della mente e dei processi che in essa avvengono come la linguistica, le neuroscienze, l'antropologia, ecc. la REBT ha maturato una concezione dell'individuo che potremmo definire olistico - funzionale, dove viene riconosciuta la grande complessita' dell'essere umano e del suo funzionamento che non puo' essere scomposto in comportamenti, emozioni e cognizioni come se questi fossero processi separati e non invece intrinsecamente interconnessi in una organizzazione unitaria di funzioni interdipendenti.
La REBT rappresenta quindi un sistema molto complesso ed articolato per approcciare il problema del cambiamento ed impiega un metodo multidimensionale che affronta contemporaneamente i problemi clinici sulle tre direttrici cognitivo, emotivo, comportamentale e che comprende una ampia varieta' di tecniche che i terapeuti REBT possono impiegare selettivamente come:
L'automonitoraggio dei pensieri, la biblioterapia, il role playning, il modeling, l'immaginazione razionale emotiva, gli esercizi antivergogna, i metodi di rilassamento, il condizionamento operante, la desensibilizzazione sistematica, l'addestramento per le abilita' di coping, la dissuasione cognitiva DIB, l'analisi cognitiva strutturata RSA, il flooding, lo skill training ecc.
La REBT non e' certo l'ultima e definitiva parola in fatto di psicoterapia, ma e' certamente l'antesignana di una concezione integrata delle discipline che si occupano a vario titolo delle molteplici modalita' attraverso le quali si esplica l'agire umano e quindi, diversamente dagli altri orientamenti, promuove ed auspica il superamento delle proprie ipotesi, mirando a formulare una teoria generale che sia sufficientemente complessa da rendere ragione della complessita' dell'essere umano.