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Intervista al dott. Franco Gnudi: Gestalt per l'autorealizzazione, organizzazioni e sport

Intervista al dott. Franco Gnudi: Gestalt per l'autorealizzazione, organizzazioni e sport
di Redazione

Dott. Franco Gnudi
Il Dott. Franco Gnudi è Direttore della Scuola di Gestalt Coaching di Torino, SCOA - WABC Certified Business Coach, EAGT Certified Gestalt. Laureato in Ingegneria Meccanica con Diploma di Perfezionamento in Direzione Aziendale presso l'Università Bocconi di Milano, ha lavorato per alcune grosse realtà aziendali italiane come la Pirelli, l'ENI, l'Ariston.
Laureato in Psicologia Clinica e di Comunità e Specializzato in Psicoterapia della Gestalt e Analisi Bioenergetica, ha poi ampliato ulteriormente le sue conoscenze e competenze in Psicodramma Analitico, Gestalt Bodywork, Terapia Sistemico Relazionale, Business Coaching.

Intervista al dott. Franco Gnudi: Gestalt per l'autorealizzazione, organizzazioni e sport

1. Dott. Gnudi, ci può spiegare brevemente cosa è la Gestalt?
La Gestalt è il nostro modo di sostenere la crescita personale e professionale. È un approccio esperienziale basato sull'esperimento, sul dialogo e sull'autenticità.
Noi non cresciamo attraverso le idee, le parole, le astrazioni: sono spesso pregiudizi, preconcetti, deviazioni che forniscono rapidi ma falsi o stereotipati suggerimenti.
La nostra bussola è il corpo, la consapevolezza corporea. È nel creare e vivere l'esperienza - e il gestaltista sa creare le situazioni di apprendimento esperienziale attraverso l'attenzione a ciò che avviene nel qui ed ora della relazione, con le tecniche psicodrammatiche, le tecniche artistiche o il movimento corporeo - che il corpo ci dà insight e significato, attraverso le sensazioni, le emozioni, le intuizioni, e ci dice quale è la direzione da seguire.
E poi c'è per noi l'importanza fondamentale del dialogo autentico e rispettoso, fra i nostri vissuti e ciò che emerge ed arriva da altre persone che si affacciano sullo stesso mondo della vita, ne colgono parti diverse ma possibili e ci arricchiscono di consapevolezza e prospettiva.
2. Secondo lei, cosa differenzia Coaching, Counseling o Psicoterapia?
La Psicoterapia lavora sul trauma e sulla ferita antica, che ha creato una cicatrice e una distorsione nella personalità tale da impedire di vivere pienamente la vita, le relazioni affettive, il lavoro professionale. Essa opera, dunque, su situazioni di patologia, il suo focus è il passato, il risanamento di situazioni incompiute e l'obiettivo consiste in una qualche ristrutturazione, più o meno significativa, della personalità.
Il Counseling lavora, invece, con la forza dell'ascolto e della relazione sulle difficoltà della situazione presente: un lutto, un abbandono, un problema relazionale specifico, un passaggio nel ciclo di vita. Non c'è patologia, ma certamente disagio e sofferenza. Il fluire della vita può essersi interrotto in seguito al disagio ed al trauma attuale o recente, occorre allora sostegno e dialogo per stare nella situazione ed elaborare il dolore, recuperare le risorse e riprendere il cammino.
Il Coaching è un percorso di sviluppo delle potenzialità, che guarda tendenzialmente al futuro. Nel percorrere questa strada occorre riconoscere i propri bisogni più profondi e vitali, individuare gli obiettivi in grado di appagarli, definire le risorse necessarie per il cammino, in parte già possedute e in parte ancora da sviluppare. Infine, non ultimo, il coraggio per giocare le partite del campionato della vita. Il Coach è in effetti un personal trainer, la persona che ti sta a fianco prima, durante e dopo la battaglia, ti prepara, ti sostiene, festeggia con te i successi e riflette su cosa dovrà essere ancora migliorato.
3. Cosa contraddistingue i vostri Corsi di Formazione in Gestalt Counseling e in Gestalt Coaching?
Come Scuola di Formazione in Gestalt Counseling a Orientamento Artistico formiamo professionisti che, dopo aver lavorato profondamente su di sé, diventano capaci di sostenere altri nel loro percorso, nei momenti di difficoltà esistenziale e di empasse, al bivio di cambiamenti e decisioni importanti per la crescita e la qualità della vita. Secondo il nostro orientamento, insieme alle tecniche psicodrammatiche e corporee utilizziamo gli strumenti dell'espressione artistica (la pittura, il modellaggio, la scrittura creativa, ecc.) per esplorare le situazioni problematiche, creando nel qui ed ora situazioni di apprendimento esperienziale.
Come Scuola di Gestalt Coaching sosteniamo le persone nel loro percorso di autorealizzazione - valorizzando le risorse già possedute e sviluppando le ulteriori potenzialità - , definiamo un piano di sviluppo e le tappe per raggiungerlo, alleniamo le persone ad applicare le competenze già acquisite ed a perfezionare quelle in fase di apprendimento nelle situazioni sperimentali della sessione di coaching, all'interno del gruppo di formazione, nelle prove della vita reale. Operiamo con successo in diversi ambiti: nelle relazioni affettive e nella vita privata (Gestalt Life Coaching e Crescita Personale), nel mondo del lavoro (Gestalt Business Coaching e Management Relazionale), in ambito sportivo (Gestalt Sport Coaching e Gestalt Sport Psychology).
4. Cosa intendete per valorizzazione dei talenti e sviluppo delle potenzialità?
Ogni persona, perfino la più sofferente e disturbata, ha sviluppato nel tempo la propria personalità come adattamento creativo ad una situazione traumatica o semplicemente difficile. In tal modo ha iper-allenato e sviluppato certi aspetti della personalità, e non altri, che sono indubitabilmente talenti e risorse: ad esempio la precisione, l'affidabilità, la volontà per il successo, la sensibilità emotiva, la razionalità, le capacità di leadership, ecc., caratteristiche che li rendono naturalmente esperti e maestri nello svolgimento di certe funzioni ed attività. Ma altre tendenze potenziali, particolarmente forti e significative, sono state trascurate o represse, proprio perché in antitesi polare rispetto alle precedenti. Nella seconda metà della vita ne sentiamo poi con forza il richiamo, ne sentiamo nostalgia e desiderio, in quanto rappresentano il bisogno di completezza e di integrità. Per conquistare la nostra Ombra occorre allora il coraggio di dare spazio e voce all'esperienza, uscire dagli schemi, osare il diventare originalmente noi stessi.
5. Come lavora il Consulente Gestaltico all'interno delle organizzazioni?
Fin dai suoi inizi la Gestalt è stata diretta al mondo. La sua specificità è l'accento sul dialogo tra le fenomenologie in un'ottica di campo. Cosa mi succede entrando nel campo dell'organizzazione? Come agisce il campo su di me? Il consulente gestaltico deve sapere entrare in contatto con le informazioni emotive che lo attraversano, essere toccato e coinvolto con il cliente, lo stile di comunicazione e di leadership, e contemporaneamente con i propri vissuti e le sensazioni corporee all'interno della relazione: quello che sta avvenendo ha senz'altro molto a che fare con quello che il cliente fa e ciò che avviene in azienda. Noi sosteniamo il processo individuale e di gruppo verso l'autoregolazione e l'autorganizzazione emergente, aggiungendo elementi di comunicazione e consapevolezza per allargare la creatività, la scelta, l'efficacia dell'azione.
6. Qual è la concezione gestaltica della leadership?
Siamo oggi al tempo di una società variegata e mutevole, il business è caratterizzato da un numero così elevato di fattori da non essere più verticisticamente controllabile o prevedibile, un variare cangiante di prodotti, competitori, mercati, tecnologie, canali di vendita: siamo definitivamente passati dalla società meccanica alla società complessa!
Ciò che rende creativo e adattivo un gruppo di esseri umani è la quantità e la qualità delle loro connessioni. Solo a tali condizioni il tutto è più della somma delle parti!
La leadership al tempo della complessità deve saper facilitare la connessione - multipolare, autentica, completa - fra tutte le parti del gruppo, per far crescere e pienamente utilizzare la sua intelligenza sistemica. La sua mission è ben rappresentata dal motto gestaltico: solo collegare! Una leadership che crea ponti fra le differenze, in modo che la ricchezza dei diversi vissuti delle persone appartenenti al gruppo ed all'organizzazione possa coesistere e dialogare nel campo, pervenendo a una più vasta consapevolezza, a visione ed obiettivi condivisi, all'accensione della motivazione, all'azione efficace e creativa.
7. Come viene formato e come opera il Gestalt Coaching in ambito sportivo?
Il Gestalt Sport Coach è un operatore sportivo che, all'interno del contesto di appartenenza, svolge una specifica attività (allenatore, dirigente accompagnatore, dirigente responsabile, tecnico, responsabile organizzativo, preparatore specifico, operatore sanitario, ecc.) finalizzata alla crescita educativo-sportivo-agonistica dell'apprendista atleta e nel perseguimento di obiettivi agonistici o di inserimento sociale. Nel percorso egli acquisisce consapevolezza e responsabilità degli effetti della propria azione sul campo, conoscenze e competenze riguardo al proprio specifico ruolo, spazi operativi, confini relazionali, conoscenza dei tempi e dei modi di formazione agonistica.
Lo Psicologo dello Sport ad orientamento gestaltico acquisisce conoscenze, competenze e capacità adeguate a sostenere lo sviluppo del potenziale, la crescita personale, il miglioramento della performance, il raggiungimento degli obiettivi degli atleti, della squadra e dell'organizzazione sportiva nel suo insieme. È un professionista che, attraverso una relazione, il dialogo, efficaci tecniche espressive e creative, opera a supporto delle figure professionali all'interno del contesto sportivo al fine di sostenerle dal punto di vista psicologico e relazionale, nell'allenamento e nei momenti di crisi, individuandone le competenze e le criticità ed attualizzando un piano di sviluppo per il raggiungimento di obiettivi condivisi.
Intervista realizzata dalla
Redazione del Centro HT