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Intervista al Dott. Simone Pesci: L'elaborazione del lutto nei bambini e il Grief Maze Game

Intervista al Dott. Simone Pesci: L'elaborazione del lutto nei bambini e il Grief Maze Game
di Redazione

Dott. Simone Pesci
Psicologo, Psicoterapeuta specializzato presso il CESIPc con orientamento costruttivista intersoggettivo, docente del corso Psicologia del lutto e della sua elaborazione presso ISFAR.
Svolge attività clinica presso il Centro Studi Specialistici Kromos di Firenze.
È ricercatore e formatore presso l'ISFAR Istituto Superiore Formazione Aggiornamento e Ricerca.

Intervista al Dott. Simone Pesci: L'elaborazione del lutto nei bambini e il Grief Maze Game

1) Dott. Pesci, come mai si è avvicinato professionalmente al lutto e alla sua elaborazione?
Personalmente mi ha sempre affascinato la dualità vita/morte, la caducità, il "dopo" di chi se ne va, ma anche di chi rimane. Ricordo a proposito che, quando mi dilettavo con la poesia, era una tematica che ricorreva frequentemente. Però quando ho iniziato a studiare psicologia mai avrei pensato di appassionarmi, per così dire, a questo tema. Poi qualche anno fa ho incontrato Bob Neimeyer, uno dei maggiori esperti mondiali dell'elaborazione del lutto, che mi ha spinto ad approfondire in modo sempre più specialistico, soprattutto in termini clinici, come aiutare adulti e bambini ad affrontare la perdita.
2) A proposito di bambini, quando il lutto colpisce l'infanzia che cosa accade?
La morte di una persona significativa è per tutti, adulti e bambini, un evento sconvolgente, al quale occorre far fronte. In un bambino, specie se la perdita riguarda una figura di attaccamento, il dolore è molto intenso e duraturo e può influire fortemente sul successivo sviluppo.
Molti sono i luoghi comuni sulla sofferenza del bambino a seguito di una perdita: tra questi uno dei più diffusi è quello di pensare che i bambini non soffrano per le perdite ("troppo piccoli...") o che si riprendano facilmente oppure, al contrario, che rimangano "traumatizzati" per sempre.
I bambini possono mostrare una vasta gamma di reazioni di fronte alla morte che va dall'apparente mancanza di una reazione (shock emotivo), a comportamenti regressivi e immaturi, da emozioni esplosive e acting out alla ripetizione quasi ossessiva delle stesse domande più e più volte.
3) Come aiutarli?
Per aiutare il bambino a comprendere e per rassicurarlo è importante parlare subito con lui e farlo in modo adeguato, utilizzando un linguaggio semplice, comprensibile, chiaro e non ambiguo, un linguaggio adatto alla sua età. Occorre anche rendersi disponibili a ripetere più volte i fatti, rispondere alle domande con esempi concreti e veritieri e soprattutto evitare bugie rispetto all'accaduto. È sempre utile parlare della morte come di un evento che fa parte del ciclo della natura anche se comunque bisognerebbe aver fatto prima un po' di "prevenzione", in modo che la morte non sia un tabù.
Non tutti i bambini che hanno subito una perdita hanno bisogno di un aiuto professionale, ma genitori e insegnanti devono essere attenti a come i bambini reagiscono ed essere capaci di capire se questi bimbi hanno bisogno di un sostegno in più.
Secondo me, l'aiuto psicologico specialistico, dato che si svolge in un contesto relazionale particolare, può favorire l'elaborazione del lutto nel bambino e, allo stesso tempo, permettere all'adulto di occuparsi del proprio dolore.
4) Lei è autore del gioco da tavolo The Grief Maze Game, rivolto all'elaborazione del lutto nei bambini. Di che cosa si tratta?
Il Grief Maze Game è il primo gioco professionale in Italia, uno strumento di lavoro che può essere utilizzato esclusivamente da psicologi e psicoterapeuti in un contesto clinico. Infatti deve essere inserito all'interno di un contesto relazionale e di un processo di aiuto psicologico ben definito, può essere utilizzato su un singolo bambino oppure, laddove si ritenga necessario, può coinvolgere un altro adulto significativo.
Nella creazione del gioco abbiamo tenuto presente il Dual Process Model (DPM) secondo il quale la persona oscilla tra due complesse strategie, una orientata verso la perdita (confronto con gli stimoli e i pensieri dolorosi associati alla perdita) e l'altra alla ricostruzione (che riguarda le modalità utilizzate dall'individuo per gestire gli aspetti della vita che non riguardano la perdita): è per questo motivo che nella costruzione delle regole, abbiamo deciso di affiancare alle attività orientate alla perdita (caselle e carte "elaborazione"), giochi e affermazioni positive, riconducibili all'approccio restoration-oriented. Tutto questo all'interno di uno schema labirintico che, in campo psicologico equivale alla rappresentazione del Sé. Detto questo, comunque il Grief Maze Game non è uno strumento fondato su un particolare approccio psicologico, sebbene l'ottica con cui è costruito e sperimentato sul campo, è quella costruttivista intersoggettiva.
5) Un "gioco da tavolo professionale": è qualcosa di particolare per il panorama italiano...
Negli Stati Uniti la tradizione dei giochi più o meno strutturati da tavolo per affrontare varie tematiche psicologiche (non solo lutto, ma anche rabbia, conflitti interrazziali, bullismo, ansia ecc.) è assai ampia e rilevante. Nel nord Europa, la cui cultura, così come quella statunitense, consente un maggiore avvicinamento al tema della morte, qualche anno fa è stato costruito uno strumento esplicitamente riferito all'elaborazione del lutto. In Italia esistono opere ludiche per parlare di alcuni argomenti, ma mai era stato creato uno strumento psicologico sotto forma di gioco da tavolo, né per il lutto né che io sappia per altri temi e problemi. Sono orgoglioso perciò di essere, almeno per il mio paese, un pioniere.
Intervista realizzata dalla
Redazione del Centro HT