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Centro CoMeTe: Istituto di Terapia Familiare - Firenze (Empoli)

Centro CoMeTe
Istituto di Terapia Familiare

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Intervista. Conny Leporatti: formazione tra approccio sistemico, gruppi di lavoro e immagini

Intervista. Conny Leporatti: formazione tra approccio sistemico, gruppi di lavoro e immagini
di Redazione

Dott.ssa Conny Leporatti
Psicologa, Psicoterapeuta, Consulente Tecnico del Tribunale di Firenze, Direttrice Centro Co.Me.Te. di Empoli. È Socio Didatta AIMS (Associazione Internazionale Mediatori Sistemici) e Mediatore Familiare.
È Professore nel Master di II livello in Psichiatria, Psicopatologia Forense e Criminologia presso l'Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Medicina e Chirurgia, Dipartimento di Neuroscienze, Psicologia, Area del Farmaco e Salute del Bambino (NEUROFARBA).
È Didatta presso Istituto di Alta Formazione di Firenze, nella Specializzazione post-lauream per Medici e Psicologi in Psicoterapia Familiare.
Svolge da anni attività di supervisione in tutte le situazioni in cui famiglie e minori incontrano la giustizia o incontrano problematiche nella vita quotidiana, per Medici e Psicologi, Enti Pubblici e Privati ed Istituzioni Scolastiche.
È Commissario AIMS, Esame per Mediatore Familiare, Socio Professionista.

Intervista. Conny Leporatti: formazione tra approccio sistemico, gruppi di lavoro e immagini

1. Dott.ssa Leporatti, come è nato e di cosa si occupa il Centro Co.Me.Te.? Quali traguardi sono stati finora raggiunti?
Ho fondato il Centro Co.Me.Te. di Empoli nel 1996, quale primo centro dell'Associazione Culturale Nazionale Co.Me.Te., fondata con altri colleghi e che annovera diversi centri in Italia.
L'acronimo Co.Me.Te sta per Consulenza in ambito psico-giuridico, Mediazione familiare e Psicoterapia ad orientamento sistemico rivolta a individuo, coppia e famiglia.
L'associazione culturale ed i Centri affiliatisi nel tempo ha per mission quella di offrire supporto a famiglia e minori in tutte le situazioni nelle quali essi incontrano la giustizia e nelle situazioni della vita quotidiana che possono rappresentare contesti problematici, conflittuali e di sofferenza.
Ad oggi il centro Co.Me.Te di Empoli è il primo centro tra tutti i Centri Co.Me.Te. di Italia ad essere Agenzia Formativa Accreditata Regione Toscana, Agenzia Formativa Accreditata Ordine Nazionale degli Assistenti Sociali, Centro di recupero e riabilitazione funzionale riconosciuto dalla regione Toscana per diagnosi DSA.
2. Una delle tecniche da Lei messe a punto nei primi anni '90 prevede l'utilizzo delle immagini d'arte in Psicoterapia. In cosa consiste esattamente?
L'uso delle immagini d'arte in Psicoterapia nasce da un'intuizione che ho avuto negli anni '90.
Grazie agli apporti della teoria dell'attaccamento, della teoria della mente e della sintonizzazione emotiva, l'uso delle immagini d'arte in Psicoterapia ha l'obiettivo di bypassare il canale verbale per raggiungere la componente emotivo affettiva e l'inconscio ottico dell'individuo. La tecnica favorisce la sintonizzazione emotiva tra terapeuta e paziente e l'uso del sé di entrambi in funzione della relazione terapeutica e del cambiamento.
L'immagine tende, infatti, a favorire un primo livello di rappresentabilità, stabilendo tra il soggetto e la sua storia relazionale una distanza che favorisce l'ascolto, la pensabilità e il dialogo. Per mezzo dell'immagine si può avere e dare accesso a mondi interni, non facilmente raggiungibili e spesso difesi.
L'uso delle immagini d'arte in Psicoterapia, riunito in un Book di immagini d'arte suddivise in 20 categorie, 10 immagini per categoria per un totale di 200 immagini, non è uno strumento clinico di natura diagnostica e predittiva, quanto uno strumento di natura proiettiva, di supporto al lavoro clinico ed alla relazione terapeutica rivolto a psicologi, psicoterapeuti, medici neuro-psichiatri infantili e psichiatri.
La tecnica prevede di far scegliere al paziente o alla coppia o alla famiglia una o più immagini d'arte, provenienti dal Book delle immagini, ed un successivo lavoro che non è di natura interpretativa da parte dello psicoterapeuta, ma che prevede domande da parte del terapeuta e risposte da parte della coppia o della famiglia.
Prima dell'intervento del terapeuta è prevista una lettura incrociata delle immagini scelte dalla coppia o dalla famiglia. A "leggere" l'immagine non è colui che l'ha scelta ma gli altri componenti della coppia o della famiglia.
3. Dove viene utilizzata questa particolare tecnica?
Ad oggi il test è in uso presso diversi Istituti di Terapia Familiare italiani - afferenti alla rete degli AITF - e circa 50 Istituti di Terapia Familiare in Europa - afferenti all'EFTA, European Family Therapy Association. È in uso, inoltre, in Australia, Est Asiatico, USA e America Latina.
4. Nel percorso formativo dello studente iscritto presso Co.Me.Te. viene data grande importanza al gruppo di lavoro, inteso anch'esso come strumento per apprendere: in che modo il gruppo diviene strumento di apprendimento?
Il Centro Co.Me.Te di Empoli ha un approccio clinico e formativo di natura sistemico relazionale.
Ciò significa che particolare rilievo viene dato alla relazione tra docenti/discenti ed all'interno del gruppo in formazione.
Vygotskij ha parlato all'inizio del secolo scorso di negoziazione sociale degli apprendimenti e di zona prossimale di sviluppo; questi concetti uniti all'approccio sistemico relazionale, fanno sì che il gruppo di apprendimento venga inteso e gestito come strumento di apprendimento in funzione dello sviluppo di competenze relazionali e professionali acquisite dall'allievo in formazione.
5. Il tipo di approccio utilizzato per la formazione presso il Centro è sistemico-relazionale: in che modo questo specifico orientamento può contribuire alla crescita formativa dell'allievo?
Penso di aver in parte risposto nella precedente domanda.
L'approccio sistemico prevede che ciascuno di noi faccia parte di più sistemi relazionali, il sistema famiglia di origine, il sistema professionale, il sistema amicale, il sistema sociale, ecc. e che dalle relazioni che ciascuno di noi vive in ogni sistema di cui fa parte possa trarre benessere o malessere.
Tale approccio rende il Centro Co.Me.Te, attraverso il suo Direttore ed i suoi docenti, particolarmente attento alle dinamiche relazionali che caratterizzano il gruppo in formazione e i vissuti che ciascun allievo porta sia nel colloquio che precede l'iscrizione a ciascun corso sia nel precorso formativo.
6. Oltre all'ambito sistemico, l'orientamento teorico del Centro ruota intorno ad elementi come per esempio i neuroni specchio e la base neurofisiologica dell'Empatia. Di cosa si tratta?
Come sicuramente tanti di noi sanno, la scoperta dei neuroni specchio è una scoperta tutta italiana che risale a circa 20 anni fa.
I neuroni a specchio sono quei neuroni che consentono la risonanza viscero-motoria di un'azione che il soggetto compie, ma soprattutto che il soggetto che osserva vive a sua volta.
Vittorio Gallese parla di simulazione incarnata e tutto il gruppo dell'Università di Parma condotto dal Prof. Sinigallia ha approfondito nel tempo, dimostra come la base neurofisiologica dell'empatia risieda appunto nei neuroni specchio.
Nella relazione di cura lo stare in relazione con un soggetto che soffre prevede che i nostri neuroni specchio risuonino all'unisono coi suoi nel corso dell'espressione del contesto di sofferenza che la persona esprime.
7. Nel momento in cui l'allievo utilizzerà le sue capacità nel mondo del lavoro, quali particolare competenze lo caratterizzeranno grazie alla formazione ottenuta presso il Centro Co.Me.Te.?
L'allievo formatosi presso il Centro Co.Me.Te, sia esso Medico, Psicologo, Avvocato, Ass. Sociale, Docente, Pedagogista o altro, si approccerà alla relazione di aiuto e cura con una diversa capacità di "guardare"; essa sarà introdotta nella capacita di "vedere" tutta quanta l'immagine che l'insieme consente di cogliere.
Sarà inoltre maggiormente capace di stare in relazione con l'altro e con il gruppo a seguito dell'esperienza relazionale condotta durante tutto il percorso di apprendimento; sarà capace di avere maggior consapevolezza della risonanza emotiva che si attiva nella relazione di aiuto e di cura a seguito del percorso sistemico relazionale svolto.
Intervista realizzata dalla
Redazione del Centro HT


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