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Intervista a Vittorio Da Pieve: Psicoterapia immaginativa - I punti di forza - Alcuni libri principali
di Redazione


Dott. VITTORIO DA PIEVE
Medico-Psicoterapeuta. Docente Scuola di Specializzazione in Psicoterapia con la Procedura Immaginativa

Intervista a Vittorio Da Pieve

1) Sappiamo che la Procedura Immaginativa risulta applicabile nel trattamento dei disturbi somatoformi, in particolare riguardo agli interventi chirurgico-ricostruttivi che possono portare a eventi traumatici sul corpo...
Il corpo e' il luogo intermedio in cui spesso viene rimandato il conflitto o il trauma di cio' che e' realmente accaduto e di cio' che e' stato. L'essere fisico rispecchia la realta' interiore di ognuno, il conflitto interiore, il vissuto traumatico, la sessualita', il bisogno di amare, di essere amati, l'invecchiamento. La malattia, originata da traumi acquisiti esterni o prodotta dal corpo stesso, portando alla distorsione dell'immagine corporea possono alterare l'Io psichico.
I segnali provenienti dall'inconscio e manifestati attraverso l'Immaginario sono un possibile presagio di malattia psichica, il valore simbolico delle immagini emerse rappresentano una dinamica e continua ricostituzione della nostra identita' che si riflette nel nostro essere nella realta'.
L'inconscio si serve delle descrizioni dell'Immaginario per indicare nel presente qualcosa che prima era abitabile ed ora non e' piu', un angoscia difficile da rielaborare che se riportata alla consapevolezza puo' ricostituire un benessere fisico.
La Procedura Immaginativa offre quindi la possibilita' al soggetto di cogliere il "senso proprio" del suo esserci e di poter esistere di nuovo nel mondo.
Per rispondere piu' dettagliatamente alla domanda, la Procedura Immaginativa e' stata con successo applicata sia nei casi di trauma somatico acquisito, in preparazione di interventi chirurgici, sia nell'immediato tempo successivo o nella fase di cronicizzazione degli esiti.
Ricorro per esemplificare a passaggi della Procedura Immaginativa di una paziente mastectomizzata: "...c'e' un buco profondo tutto pieno di vene ...e' mutilata ...il pezzo che gli manca e' per terra ...pieno di sangue ... non so come e' caduto ...e' brutto ...ha perso la bellezza ...l'uomo lo prende e lo porta via ...lo butta via nella spazzatura... vedo il pezzo di seno ...per terra ...lo prendo e lo porto via ..." (da: "L'Immaginario: teatro delle nostre emozioni" 2001 pagina 153). Il procedere immaginativo ha permesso alla paziente di accostarsi ai vissuti traumatici legati alla propria esperienza pre- o post- operatoria ed iniziare il percorso di elaborazione dei contenuti angosciosi generati dalla malattia. Il percorso analitico con la Procedura Immaginativa favorisce la riorganizzazione del soggetto in virtu' della nuova situazione, permettendo la ri-acquisizione di contenuti di sicurezza-fiducia verso il proprio corpo, in particolare come accennato nei casi di mutilazione di organi carichi di significati simbolico-relazionali.
2) Ci puo' spiegare brevemente quali sono i maggiori "punti di forza", ed i limiti, della Psicoterapia Immaginativa?
La Procedura Immaginativa, nella sua attivita' di processo riflessivo, rappresenta un valido aiuto per ritrovare in un tempo personalizzato per il paziente, e nel rispetto della sua dignita' umana, il diario della propria esistenza. Essa facilita il contatto con il vero Se', con le parti piu' creative che permettono di uscire dalla superficialita' ed entrare nelle verita' sempre piu' profonde ed autentiche. Cio' permette di chiarire gli obiettivi del proprio percorso di crescita, di imparare a relazionarsi verso l'esterno in forma autentica, responsabile e di organizzare nuove e piu' ampie scelte di vita.
E' un viaggio che l'uomo compie all'interno di se' e che lo porta a stupirsi continuamente per bellezza dell'avventura della vita. Il viaggio che non smette mai di essere esigenza di conoscere e conoscersi. Esemplifico con le parole di un paziente, donna, 40 anni, segretaria di redazione, divorziata da un anno: "... voglio essere me stessa, riconquistare la mia autonomia per vedere, toccare, odorare le cose belle, niente mi impedisce di tornare a vivere... con sicurezza... ce la faro'". (Rocca-Stendoro, Imparare a guarire. Stress depressione attacchi di panico, Armando Editore (2003).
Per cio' che concerne i limiti di applicabilita' della metodologia mi sembra di aver gia risposto alla domanda. Per quanto concerne il "limite" riguardante la funzione immaginativa e le proprie potenzialita' di cura, esse sono connaturate con la "natura limitata" dell'essere umano, infine per cio' che concerne gli aspetti teorici e gli ampliamenti metodologici essi sono in continua evoluzione grazie alla instancabile opera di ricerca e di divulgazione scientifica offerta dai nostri due Capiscuola e dai professionisti appartenenti al nostro Istituto.
3) Qual e' secondo lei la linea di confine tra la Procedura Immaginativa, l'Ipnosi e la Meditazione?
In generale e' difficile dire quanto distanti siano altri approcci dalla Procedura Immaginativa poiche' e' difficile stabilire sia la netta divergenza come l'eventuale sovrapposizione a causa della autoreferenzialita' delle metodologie. Tuttavia posso affermare che gli approcci considerati sono nei primi due casi ad orientamento terapeutico riparativo, nel caso della meditazione il campo e' di talmente vasta portata che penso trascenda i contenuti di questa intervista. Personalmente, all'inizio della mia formazione considerai l'Ipnosi ma scelsi la metodologia della Procedura Immaginativa perche' vidi che il paziente e' piu' soggetto, piu' artefice protagonista della guarigione.
4) Conosciamo l'efficacia della Procedura Immaginativa, ma come ci si comporta nel caso in cui un paziente non riesca o abbia difficolta' a visualizzare immagini?
E' un problema complesso, che la coppia Paziente-Terapeuta deve affrontare, nel procedere terapeutico. Spesso l'analisi dei contenuti transferali e controtransferali della relazione Terapeuta-Paziente (Relazione dei Valori Funzionali), genera il superamento di questa difficolta'; la riflessione nasce dalla analisi della relazione intersoggettiva scaturita dal luogo privilegiato del setting terapeutico, dall'ascolto che l'analista rivolge verso se stesso verso il proprio immaginario, dalla registrazione in forma pre-verbale e pre-conscia delle proprie azioni e reazioni somatiche, vissute durante l'interazione con il paziente, dall'ascolto del silenzio proprio e del paziente, come una forma soggiacente di comunicazione, di informazione non verbale; e' in questi delicati momenti che si riassume il segreto dell'avvenuto incontro che porta alla risoluzione delle problematiche o alla crescita maturativa.
5) Nella Procedura immaginativa, la Funzione riparatoria, avviene a livello consapevole oppure inconscio?
La "riparazione" e' un processo graduale e complesso che nei vari momenti della Procedura Immaginativa assume differenti connotazioni.
La riparazione e' definita nella nostra metodologia come "meccanismo psichico con cui il soggetto cerca di riparare gli effetti dei suoi fantasmi distruttivi sul suo oggetto di amore". Il terapeuta nel procedere immaginativo attraverso la sua presenza empatica/affettiva la sua creativita', il suo stile di relazione agisce sulla associazione immaginativa del paziente, proponendo lo stimolo immaginativo iniziale, ed intervenendo durante il procedere immaginativo attraverso gli "spostamenti" atti a far riprendere al paziente la capacita' di evocare vivificare la soggettivita' mancata o ferita.
6) Come si svolge una seduta di Procedura Immaginativa?
In risposta alla immagine proposta dal terapeuta (Stimolo Immaginativo iniziale), il paziente si lascia andare ad immaginare secondo un proprio stile di procedere e si implica in una storia fantastica nella quale e' quanto piu' possibile partecipe spontaneo e acritico. Emerge cosi' un universo di immagini, concatenate fra loro, rappresentative della propria storia dei propri ricordi, dei vissuti sperimentati, ma anche ereditariamente tramandati nei quali l'esperienza stratificata individuale si fonde con quella dell'intera specie umana. La posizione distesa il ricorso al linguaggio delle immagini il movimento nello spazio simbolico immaginativo sono un potente mezzo per favorire la regressione che puo' riattivare gli schemi di funzionamento mentale e comportamentale piu' antiche della vita evolutiva.
7) Quale dovrebbe essere la dote principale che dovrebbe avere o acquisire uno psicologo che vorrebbe diventare terapeuta seguendo il vostro approccio?
Amare il proprio lavoro e avere fiducia nelle potenzialita' di ogni essere umano.
L'applicazione della Procedura Immaginativa basa la propria ragione di essere nell'incontro, nell'ascolto e nella riflessione; trae la risoluzione dei conflitti e della profonda solitudine che spesso affliggono chi soffre, dall'inconscio rivelatore e dispensatore dei contenuti di bellezza e ricchezza dell'essere Umano. E a proposito della speranza mi vengono in mente le parole di R. Rocca e di G. Stendoro pronunciate ad una lezione dei nostri corsi: "la Procedura Immaginativa nel suo filtrare una luce di speranza, ripara lacerazioni interiori e soprattutto il dolore morale e risveglia la propria verita' interiore che permette di gestire nuovamente le emozioni e i sentimenti."
8) Cosa non dovrebbe mai mancare ad uno psicoterapeuta nel proprio percorso formativo?
Non dovrebbe mancare l'aiuto della supervisione e dell'aggiornamento permanente e, sul piano individuale, l'analisi personale. Sul piano professionale, la capacita' di mettersi accanto al paziente e aiutarlo dove lui autenticamente vuole e puo' arrivare.
9) Dr. Da Pieve, in che modo la metodologia della Procedura Immaginativa e' entrata a far parte della sua formazione e della sua ricerca, cosa l'ha spinta ad approfondire e utilizzare questo approccio terapeutico?
Per dare una risposta completa a questa domanda occorre prima dare una definizione della Funzione Immaginativa.
"Il senso dell'Immaginario e' parte integrante del bagaglio simbolico dell'Uomo, esso e' la base della strutturazione o ristrutturazione dell'esperienza inconscia e della interpretazione della realta'... e' il luogo dove possono accadere le cose dove possono avvenire i mutamenti e le qualita' dell'esperienza..." Cosi si legge su "Curare con l'Immaginario, Armando Editore, Roma 2002 " una delle dieci pubblicazioni dei due Capiscuola R. Rocca e G. Stendoro. Giungere a conoscere la Procedura Immaginativa e' stato ed e' ancora oggi, fonte di arricchimento personale. La Procedura Immaginativa ha permesso di accedere con maggiore chiarezza al mio progetto di vita; professionalmente ha dato un potente impulso al mio desiderio di conoscenza; la metodologia, rigorosa, completa e ricca che si apprende nel continuo aggiornamento teorico pratico, nella lettura dei libri pubblicati, forniscono una griglia di lettura mai completamente esaustiva della complessita' affascinante della mente umana e delle sue sofferenze; accede al significato piu' profondo del nostro Essere, anche al di la' della applicabilita' clinica.
10) In quali campi la metodologia con la Procedura Immaginativa riscontra maggior efficacia?
Come dicevo prima non si tratta solo di efficacia applicativa ma anche di esperienza del soggetto nei confronti della propria esperienza di vita, un esempio drammatico e' quello magistralmente descritto ne "La mia psicosi sconfitta" un caso clinico dove il completo percorso terapeutico e' stato trascritto dall'esordio nel dramma della psicosi paranoidea fino alla "guarigione"; quest'ultima e' avvenuta attraverso il sofferto procedere, dai sintomi della malattia mentale, verso il lento apprendimento di nuovi registri emozionali; cio' che rende straordinaria questa lettura e' la figura del terapeuta che sente il paziente con "il cuore " e offre a Mario, protagonista del libro, la propria umanita' profonda ed empatica. E' per me matrice ed esempio del rapporto che amo instaurare con i miei pazienti.

Intervista realizzata dalla
Redazione del Centro HT